Scrittura asemica: Mirta Dermisache

Maggio 6th, 2025

Il 2 e 3 maggio 2025 si è svolta alla Scuola Normale Superiore di Pisa la conferenza internazionale “Pseudo-scripts: (il)legibility & ornamentation”. L’intervento di Regine Ehleiter, “Between Reading and Viewing. The Asemic Writing of Mirtha Dermisache’s Artists’ Publications” ha evidenziato alcuni aspetti dell’opera dell’artista visiva argentina (1940-2012). Particolarmente utile e interessante è il rimando a una serie di otto video su altrettanti Libri (1967-1974) dell’artista:
https://youtube.com/playlist?list=PLdVstAf8NpioagplKpUEaLdFzwWs-JWpt&feature=shared
Buona visione.

Per chi ama le forme delle scritture

Gennaio 28th, 2025

@

L’Accademia della Crusca risponde in questo articolo a un quesito sull’origine del simbolo che chiamiamo comunemente “chiocciola”.

Articolo de “Il Post” su font e termini tipografici

Novembre 28th, 2024

https://www.ilpost.it/2010/10/25/piu-font-per-tutti

Un interessante articolo de “Il Post” che si sofferma su alcuni aspetti generali della terminologia tipografica: perché diciamo “font” e non “polizza”, da dove nasce la confusione che spesso affligge il nostro campo disciplinare, eccetera. Il tutto con un approccio linguistico e storiografico che mi è particolarmente caro. Da leggere senz’altro.

Nascita dei caratteri tipografici senza grazie

Novembre 1st, 2024

Gustavo Strafforello, La patria, geografia dell’Italia. Provincia di Roma. Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1894.

Novità nella ristampa de Il nuovo Caratteri e comunicazione visiva

Tutti conosciamo caratteri come l’Helvetica, vero? È un carattere “senza grazie” o, se preferiamo, “lineare”. Bene, un progenitore dei caratteri tipografici senza grazie è il Two-Lines English Egyptian di William Caslon IV (ante 1817). E quell’iscrizione di epoca repubblicana romana (fine II sec. a. C.) che si intravede nell’immagine*, sulla parte sinistra della trabeazione del Tempio di Vesta di Tivoli, potrebbe essere una delle fonti dell’English Egyptian. Ne parla James Mosley in “Radici della scrittura moderna”, riprendendo precedenti studi; l’autore, decano degli studi sulla tipografia, descrive con chiarezza i complessi passaggi che portarono dai disegni dal vero di quell’iscrizione, fatti a Tivoli dall’architetto inglese John Dance (1763), alla nascita dei caratteri tipografici senza grazie: l’English Egyptian di Caslon, appunto. Nel suo studio Mosley affermava che tale iscrizione non fosse fotografabile senza notevolissime distorsioni prospettiche data l’ubicazione del Tempio, a strapiombo sull’orrido della Villa Gregoriana, e infatti nel suo saggio sono presenti soltanto i pur preziosi disegni eseguiti da Dance. Ora, grazie a un teleobiettivo molto lungo, messo su cavalletto sul lato opposto dell’orrido, alla stessa quota dell’iscrizione, sono riuscito a fotografarla senza apprezzabili distorsioni.

Tale foto, grazie alla gentile concessione del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano che gestisce la Villa per conto del Demanio, è ora pubblicata nella nuova ristampa de “Il nuovo Caratteri e comunicazione visiva”.

Ritorna “Netikon” con Massin, l’eretico tipografo

Aprile 23rd, 2024

La lettera e l’immagine, copertina della prima edizione, 1970. Il testo è stato poi ripubblicato con saggi di Roland Barthes e Raymond Quenau.

  • Tipografia espressiva: Cavan Huang

    Cavan Huang è nato nel 1977 a Toronto, Canada. Ha studiato urbanistica alla McGill University di Montréal e graphic design alla Rhode Island School of Design. Ha lavorato per sei anni alla Time Warner. È direttore creativo associato di Interbrand (New York). Suoi lavori sono stati pubblicati su Contemporary Graphic Design, CMYK Magazine, AdAge Magazine.…

  • Tipografia espressiva: Barbara Kruger

    «Barbara Kruger è nata a Newark, nel New Jersey, nel 1945. Dopo aver frequentato la Syracuse University, la School of Visual Arts e aver studiato con Diane Arbus alla Parson’s School of Design di New York, ottiene un incarico di lavoro alla Condé Nast Publications. Lavorando per la rivista “Mademoiselle” viene presto promossa capo designer.…

  • Novità editoriale IkonaLíber 02_14

    Il lamento della Natura. De planctu Naturæ, di Alano di Lilla. A cura di Giancarlo Giuliani. Questa edizione e traduzione italiana del De planctu naturæ, la prima contemporanea, ha il duplice pregio di colmare una lacuna negli studi di settore e di ricostruire la genesi della posizione ufficiale della Chiesa sul tema dell’omosessualità. Inquadrata nel…

Foresta.

Anche un bambino sa quanto sia preziosa la foresta. L’odore fresco e mozzafiato degli alberi. Uccelli echeggianti che volano sopra quella densa magnitudine. Un clima stabile, una vita diversificata sostenibile e una fonte di cultura. Tuttavia, le foreste e altri ecosistemi sono in bilico, minacciati di diventare terreni coltivati, pascoli e piantagioni.

  • Tipografia espressiva: Cavan Huang

    Cavan Huang è nato nel 1977 a Toronto, Canada. Ha studiato urbanistica alla McGill University di Montréal e graphic design alla Rhode Island School of Design. Ha lavorato per sei anni alla Time Warner. È direttore creativo associato di Interbrand (New York). Suoi lavori sono stati pubblicati su Contemporary Graphic Design, CMYK Magazine, AdAge Magazine.…

  • Tipografia espressiva: Barbara Kruger

    «Barbara Kruger è nata a Newark, nel New Jersey, nel 1945. Dopo aver frequentato la Syracuse University, la School of Visual Arts e aver studiato con Diane Arbus alla Parson’s School of Design di New York, ottiene un incarico di lavoro alla Condé Nast Publications. Lavorando per la rivista “Mademoiselle” viene presto promossa capo designer.…

  • Novità editoriale IkonaLíber 02_14

    Il lamento della Natura. De planctu Naturæ, di Alano di Lilla. A cura di Giancarlo Giuliani. Questa edizione e traduzione italiana del De planctu naturæ, la prima contemporanea, ha il duplice pregio di colmare una lacuna negli studi di settore e di ricostruire la genesi della posizione ufficiale della Chiesa sul tema dell’omosessualità. Inquadrata nel…

Etica e tipografia

Aprile 8th, 2021
Compacta_Bold_Letraset_transfers

Un interessante articolo apparso su AIGA – Eye on design affronta il tema del rapporto fra design – in questo caso tipografico – ed etica, un tema troppo spesso ignorato dai progettisti.  Così, numerose fonderie digitali vogliono definire, nei contratti di licenza, l’uso dei propri caratteri in base a criteri etici.
Per leggere l’articolo

Tipografia espressiva: Lubalin

Gennaio 18th, 2020

Fabrizio M. Rossi [text]
Lubalin: riferimenti nella Rete
The Herb Lubalin Study Center of Design and Typography (sito della Cooper Union School of Art)
http://flatfile.lubalincenter.com/ (sito realizzato da Herb Lubalin Study Center)
Herb Lubalin in Wikipedia (inglese)
Tribute to Herb Lubalin (galleria d’immagini)
100 years of Herb Lubalin 1918-2018 100 days (dal sito della Cooper Union)
An interview with Herb Lubalin (Hatena blog: Eros, Family and Cooper Union ecc.)
Individualism squelchers, di Herb Lubalin (Hatena blog)
The CBS wall (video intervista a Lou Dorfsman)

Bibliografia
Herb Lubalin: Art Director, Graphic Designer and Typographer, a cura di Gertrude Goodrich Snyder e Alan Peckolick, Artshow/Rizzoli international (inglese).
Herb Lubalin: American Graphic Designer, di Adrian Shaughnessy, ed. Thames and Hudson (inglese).

I caratteri della Bauhaus

Febbraio 15th, 2019

Dessau

È noto come la Bauhaus abbia prodotto, durante la sua stagione tedesca (dal 1919 al 1933, quando venne chiusa dai nazisti) un’interessante sperimentazione tipografica. È altrettanto noto che tali progetti non abbiano visto la luce con il mezzo tecnologico allora disponibile: i caratteri in piombo.
Il recentissimo progetto Adobe Hidden Treasures prende spunto dal ritrovamento negli archivi della Bauhaus di Dessau di appunti, lettere e bozzetti tipografici incompiuti ad opera di alcuni tra gli esponenti piú importanti di quella Scuola. Gli autori: Joost Schmidt, creatore del celebre manifesto per l’esposizione della Bauhaus a Weimar nel 1923, insegnò calligrafia e diresse i laboratori di pubblicità, tipografia e stampa a Dessau, conferendo un’impronta inconfondibile allo stile visivo della Scuola; Xanti Schawinsky, pittore, fotografo, architetto, grafico (nonché sassofonista) che dopo la chiusura della Bauhaus si trasferí in Italia, firmando lavori fondamentali per Cinzano, Motta, Illy e Olivetti; Carl Marx, già studente della Bauhaus, poi tra gli artefici del tentativo di ricostituzione della Scuola dopo la Seconda guerra mondiale; Alfred Arndt, anch’egli studente della Scuola con Kandinskij e Breuer, poi direttore del dipartimento d’architettura, autore di importanti manifesti tipografici per la Scuola; Reinhold Rossig, uno dei piú prolifici sperimentatori tipografici della Bauhaus.
La Adobe, con l’ausilio e la supervisione di Erik Spiekermann, ha promosso la realizzazione di cinque caratteri: Joschmi (dai bozzetti di Schmidt), ad opera della type designer Flavia Zimbardi, e Xants (dagli schizzi di Schawinsky), di Luca Pellegrini; CarlMarx Regular & Bold, ricostruito da Hidetaka Yamasaki; Alfarn (dai lavori di Arndt), di Celine Hurka; Reross Quadratic & Rectangular (dagli appunti di Rossig), a opera di Elia Preuss.
Fabrizio M. Rossi

La rivista “Campo Grafico”, 1933 – 1939

Febbraio 19th, 2018

“Campo Grafico” n. 2, Febbraio 1933. Copertina di Carlo Dradi e Attilio Rossi (con fotolitografia di Alfredo De Pedrini).

“Campo Grafico” n. 2, Febbraio 1933. Copertina di Carlo Dradi e Attilio Rossi (con fotolitografia di Alfredo De Pedrini).

«La breve esperienza della rivista “Campo Grafico”, trascorsa a Milano tra il 1933 e il 1939 in sessantasei numeri tutti diversi quanto a messa in pagina, rappresenta sin dal suo esordio l’apertura della grafica e della tipografia italiane al razionalismo internazionale, in piena polemica con le posizioni de “Il Risorgimento” e con il ‘ritorno all’ordine’ che è cifra distintiva diffusa degli anni Trenta. “Campo Grafico” rifiuta apertamente regole, insegnamenti e concorsi; il carattere perde centralità, a favore di una messa in pagina libera da modelli e schemi, intendendo la tipografia come fattore eminentemente tecnico e non estetico. Forti sono le influenze del Futurismo, e alla grafica di questo movimento sarà dedicato l’ultimo numero del 1939: la rivista chiuderà infatti dopo la promulgazione delle Leggi razziali e l’esilio in Argentina del suo primo direttore, Attilio Rossi, a cui erano succeduti nel 1935 Carlo Dradi e Luigi Minardi. I numeri di “Campo Grafico”, tutti di grande interesse, sono un susseguirsi di contributi e invenzioni che esplorano nuovi linguaggi e tecniche: dai fotomontaggi del primo numero e gli esperimenti fotolitografici del secondo, tutti firmati Dradi-Rossi, alla prima copertina fotografica dello studio Boggeri, del 1934».
Tratto da Caratteri & comunicazione visiva, di Fabrizio M. Rossi (2007): scheda n. 5.

Fabrizio M. Rossi alla Tipoteca Italiana

Gennaio 30th, 2018

27 gennaio 2018, Tipoteca Italiana (Cornuda, TV): Fabrizio M. Rossi, laboratorio “L’ABC delle font”.