Posts Tagged ‘Biblioteche italiane’

Una questione di carattere

mercoledì, Settembre 26th, 2012

[text] Fabrizio M. Rossi, Italy [images] Enrico Benetta, Italy

«Quale città se non Parma, con la Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano, possono ospitare una mostra interamente dedicata al grande maestro? È la casa naturale del mio lavoro artistico, il coronamento di un sogno che da anni ho nel cuore!». Così l’artista Enrico Benetta si esprime introducendo la mostra «Una questione di carattere», che verrà inaugurata a Parma sabato 28 settembre, alle 17, nella Biblioteca Palatina – Museo Bodoniano, per chiudersi il 1° dicembre.

La mostra, a cura di Andrea De Pasquale e Isabella de Stefano, è organizzata dalla Fondazione Museo Bodoniano in collaborazione con la Biblioteca Palatina e la Biblioteca Angelica di Roma, in occasione dell’edizione 2012 delle Giornate Europee del Patrimonio.

L’inaugurazione sarà arricchita dalla performance di musica e danza del quartetto d’archi Mercurio e di Nicoletta Mastroianni.

Dal comunicato stampa: «Tratto distintivo delle opere di Enrico Benetta, siano esse tele, sculture o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, che l’artista crea e reinterpreta utilizzando una particolare lega di metallo corrotta dai segni del tempo e dell’usura, il cor-ten. […] La mostra prenderà avvio dall’ingresso della Biblioteca Palatina – dove si conserva la più ricca collezione di edizioni bodoniane al mondo – con la gigantesca installazione “Arco onirico”. L’esposizione seguirà un itinerario ascensionale, dal basso verso l’alto, snodandosi lungo lo scalone del Palazzo con i “Segnali di presenza” per concludersi nel Museo Bodoniano, dove una nuvola di lettere bodoniane si staglierà e troverà forma nell’aria, sviluppandosi nel vuoto, sopra il busto di Giambattista Bodoni (“Il pensiero”). Nel Museo le creazioni di Benetta – la maggior parte delle quali sono state realizzate per l’occasione e per il Museo – saranno accostate ai volumi originali di Bodoni, stampati proprio con quel carattere che il giovane artista rende contemporaneo e vitale, nel rispetto della sua eleganza e raffinatezza, ma declinandolo secondo le modalità, complesse quanto riconoscibili, dell’arte contemporanea.»

Per informazioni:
enricobenetta.com

Biblioteca Palatina – Museo Bodoniano

Palazzo della Pilotta, Str.da alla Pilotta, 3 – 43121 Parma
tel. 0521-220449
museobodoni[at]beniculturali[dot]it

Il museo bodoniano e “Crisopoli”

giovedì, Aprile 19th, 2012

Pubblicato il 19/04/12 su AiapZine. [text] AiapZine, Italy [images] Fabrizio M. Rossi, Italy

Tutti i musei sono importanti, manco a dirlo, ma alcuni lo sono più di altri, almeno per alcuni, non per tutti. Per noi ad esempio, che ci occupiamo di design della comunicazione visiva, il Museo Bodoniano di Parma ha un significato tutto particolare, custode di quanto abbiamo studiato, di quanto continuiamo ad elaborare progettualmente e di quanto cerchiamo con coscienza ed onestà di insegnare. Contiene quella massima espressione dell’arte tipografica italiana che seppe spingere Maria Antonietta a scrivere a Bodoni da Versailles nel 1770 usando queste parole: «Abbiamo provato molto interesse, il Delfino e io, a guardare il bel libro che ci avete inviato… le stampe sono molto ben fatte. L’Italia, come me lo ripeteva così spesso il buon Metastasio, è sempre il paese dell’arte.»

È per questo e per tanti altri buoni motivi che siamo particolarmente felici di annunciare l’uscita del nuovo numero dello storico “Bollettino del Museo Bodoniano” rinnovato nella struttura, nei contenuti e nel titolo, che sarà presentato venerdì 20 aprile alle ore 17,30, nella Galleria Petitot della Biblioteca Palatina. La presentazione e l’apertura straordinaria del museo con l’offerta di visite guidate domenica 22 aprile si inseriscono nelle manifestazioni della 14a edizione della “Settimana della Cultura” promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali a cui il Museo bodoniano ha aderito anche quest’anno.

Il “Bollettino del Museo Bodoniano” si presenta con il numero 13, che raccoglie le annate dal 2007 al 2010, si rinnova profondamente e assume il titolo di “Crisopoli”, che ricorda una delle città invisibili di Calvino ed è invece il musicale e antico nome di Parma (“città d’oro” in greco), denominazione che Giambattista Bodoni usava spesso nell’indicare il luogo di stampa delle sue edizioni.

I contenuti del periodico sono ora inseriti in specifiche sezioni: Bodoniana (ove in questo numero sono pubblicate alcune delle relazioni tenute al convegno Bodoni e le avanguardie. Le Corbusier, il Bauhaus e la grafica del Novecento), Ad libros e Palatina, che riflettono i fini istituzionali del Museo e il suo stretto legame con la Biblioteca Palatina; Parmensia, che ospiterà contributi sulla storia e le arti degli antichi Ducati parmensi nel tempo legato alla figura e all’opera di Bodoni, nonché sulla storia del libro in genere; Res et monumenta, che contribuisce ad illustrare il clima storico e politico, culturale ed artistico che precede, accompagna e segue il periodo d’attività di Bodoni, dagli anni Sessanta del XVIII secolo alla metà del XIX.

Informazioni:
Museo Bodoniano
museobodoni[at]beniculturali[dot]it
daniela[dot]moschini[at]beniculturali[dot]it
tel. 0521.220411

Istituzioni che insegnano

lunedì, Ottobre 24th, 2011

Pubblicato il 24/10/11 su AiapZine. [text] Fabrizio M. Rossi, Italy / [images] courtesy of www.google.it, Italy

Le idee contemporanee di ‘museo’ e ‘biblioteca’ devono necessariamente tener conto di una realtà mobile e multiforme, in rapido e spesso vertiginoso divenire. Non più soltanto luoghi di conservazione, ecco dunque che queste istituzioni, così legate al passato, affrontano il presente diventando luoghi di formazione e di confronto, ponti ideali per comprendere l’origine del presente e i possibili sviluppi del futuro.

Il sistema scolastico italiano, purtroppo, non prevede un’adeguata ‘alfabetizzazione’ tipografica, calligrafica o epigrafica né sufficienti nozioni di storia del libro e dell’editoria, rinunciando così a trasmettere una porzione importante del nostro patrimonio culturale: in buona sostanza, la storia dei modi del leggere e dello scrivere e, possibilmente, la loro pratica; questa grave carenza formativa risulta drammaticamente evidente a chiunque si trovi a insegnare tipografia o grafica editoriale a giovani diplomati. È opportuno, dunque, mettere in risalto ogni iniziativa che cerchi di sopperire alle distrazioni, se non alle scelte omissive, dei programmi ministeriali.

In questa prospettiva segnaliamo il ciclo di seminari “Il libro ha un futuro?”, organizzati dalla Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano di Parma, che si svolgeranno nel salone Maria Luigia della Biblioteca Palatina e saranno a ingresso libero. Il primo incontro avrà luogo martedì 25 ottobre (ore 9 – 10,30): Orazio Tarroni illustrerà La rivoluzione della pubblicazione dei libri: dalla tipografia manuale alla tipografia a computer. Tecniche in evoluzione. Il secondo incontro avverrà mercoledì 16 novembre (ore 11.30 – 13.00): Luca Formenton affronterà il tema de Le scelte delle case editrici. L’ultimo appuntamento è per martedì 29 novembre (ore 9.00-10.30): Annamaria Tammaro parlerà delle previsioni su Il futuro del libro.

Le due istituzioni partecipano inoltre, per la prima volta, al progetto di didattica museale “A scuola nei musei: dalla preistoria all’età moderna”, rivolto alle scuole di Parma e Provincia, di ogni ordine e grado a partire dalle classi 3° elementari.
Il progetto, totalmente gratuito, è nato nel 2010 per favorire nelle giovani generazioni la sensibilità e il rispetto nei confronti dei beni culturali, oltre a stimolare la frequentazione dei luoghi museali e di arte. L’iniziativa è realizzata in collaborazione tra Galleria nazionale di Parma, Museo archeologico nazionale di Parma, Biblioteca Palatina, Museo Bodoniano e la Fondazione Cariparma a seguito di una convenzione con la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna.
Il Museo Bodoniano e la Biblioteca Palatina saranno coinvolte nel progetto con alcuni percorsi offerti agli studenti:
Percorsi al Museo Bodoniano
1. Il mestiere del tipografo a Parma; 2. Lettere di piombo; 3. Sulle tracce di Bodoni; 4. La marca tipografica; 5. Che carattere! (per tutte le scuole).
Percorsi alla Biblioteca Palatina
1. La biblioteca (per scuole medie e superiori); 2. La scrittura ed il libro manoscritto (per 5a elementare, medie e superiori).
L’attività didattica si svolgerà durante tutto l’anno scolastico 2011-2012.
L’associazione culturale “Artificio comunicazione & arte” di Parma si occupa dello svolgimento dell’attività didattico-educativa unitamente alla segreteria organizzativa, le prenotazioni e la comunicazione con le scuole, avvalendosi di personale in possesso di competenze ed esperienze specifiche di didattica museale nei settori dell’archeologia, della storia dell’arte e dell’architettura.

Per informazioni
Associazione Amici della biblioteca Palatina e del museo Bodoniano
Strada alla Pilotta 3 – I-43121 Parma
T +39 0521 220411 F +39 0521 235662
Ufficio rapporti istituzionali e comunicazione
Daniela Moschini (responsabile)
T +39 0521 220 433
daniela[dot]moschini[at]beniculturali[dot]it
Caterina Silva
T +39 0521 220 449
museobodoni[at]beniculturali[dot]it

I doni del re mago

giovedì, Luglio 30th, 2009

di Fabrizio M. Rossi

Fa un effetto desolante leggere l’articolo di Roberto Coaloa (“Povere biblioteche d’I-taglia”, nell’inserto domenicale del Sole 24 Ore del 26 luglio 2009) sulle condizioni del ricchissimo patrimonio librario italiano: la situazione delle biblioteche pubbliche del nostro Paese, costrette ad affrontare gli ulteriori, pesanti tagli dei fondi statali annunciati di recente, viene descritta come generalmente assai critica, tra grave carenza di personale, difficoltà estrema nelle nuove acquisizioni e nella gestione dei cataloghi esistenti, orari ristretti, malfunzionamenti di vario genere. È una pagina che andrebbe letta da capo a fondo, ma qualche cifra (tratta dall’articolo citato e da quello di Tullio Gregory, “La scure sui libri. E le auto blu?”) può rendere l’idea.
I fondi previsti nel Bilancio dello Stato del 2009 per il funzionamento della Biblioteca nazionale centrale di Roma ammontano a 1,5 milioni di euro contro i 3 milioni del 2001 (circa la metà, e senza considerare l’inflazione). Per l’acquisto di libri della Biblioteca nazionale universitaria di Torino lo stesso bilancio prevede 159mila euro contro i 390mila del 2005. Ancora più eclatante è il caso dei fondi previsti per il funzionamento della Biblioteca nazionale centrale di Firenze: 0,00 euro (leggasi zero). Non basta: sempre alla Universitaria di Torino l’ultimo concorso da bibliotecario risale al 1999. Quanto alle carenze nell’organico è sufficiente citare i casi della Nazionale di Roma – dove lavorano 270 addetti anziché i 392 necessari – e della Nazionale di Firenze – 208 su 334. Per finire, alcune prestigiose biblioteche pubbliche come la Casanatense e l’Angelica di Roma (quest’ultima celebre per essere stata la prima biblioteca europea aperta al pubblico, nel 1604) e la Marucelliana di Firenze sarebbero state declassate di rango “affinché i direttori non siano più di ruolo dirigenziale […] Un modo per pagare meno i nuovi direttori”.
Mi ostino a credere che lo stato delle biblioteche pubbliche sia uno tra gli indizi della civiltà di un Paese. Se così è, queste tristi notizie non farebbero altro che confermare quello che vediamo accadere intorno a noi ogni giorno, nell’abbandonare a se stesso ciò che è pubblico: cioè di nessuno, nella concezione dominante nostrana, e dunque derelitto, capovolgendo nel paradosso il postulato giuridico (“la cosa abbandonata è cosa di nessuno”).

Lo stesso Gregory, a conclusione del suo articolo, porta alla nostra attenzione quella che ironicamente chiama la “sensibilità per la cultura e le sue tradizioni” manifestata da “i vari anonimi ‘consiglieri del principe’: prova ne è l’omaggio offerto ai Grandi del G8”. Si sta parlando del volume in dieci copie Antonio Canova. L’invenzione della bellezza, realizzato da una Fondazione di cui Gregory non fa il nome, presumo per evitare di farle pubblicità (http://www.marilenaferrari-fmr.it/it/news_ed_eventi/scheda.php?id=62). Gregory sostiene che, a rappresentare l’Italia della grande tradizione tipografica dei Manuzio, dei Giunta, dei Tallone, dei Mardersteig, si è donato un libro “la cui eleganza – a giudicare dalle foto e dalla presentazione – è inversamente proporzionale al suo peso”: 24 chili, secondo la vulgata televisiva. Gregory passa a descrivere con raccapriccio quel che in effetti abbiamo sentito più volte nel martellare celebrativo dei media: copertina in marmo statuario di Carrara con bassorilievo riproducente un dettaglio di un’opera di Canova; e poi broccati, sete, ori e argenti, segnalibro e lente d’ingrandimento; il tutto racchiuso in uno scrigno di frassino e mogano, rifinito in oro. Un capolavoro di sobrietà; un cofanetto a cui mancano solo le caramelle. Per finire, udite udite, nome del destinatario (ed altro ancora) calligrafato in caratteri gotici. Gotico? Perché mai in gotico (e quale, poi)? Gregory se lo spiega istituendo un paragone col gusto delle più arretrate stamperie di provincia, uniche, in un contesto tipografico ‘latino’, a considerare quei caratteri particolarmente degni delle ‘grandi occasioni’. Un altro paragone potrebbe essere quello con il lettering caratteristico del pub finto-irlandese, ma non infieriamo.
Naturalmente non ho visto – ed escludo serenamente che io possa mai vedere – tra le mie mani l’oggetto in questione; tuttavia devo dire che, se mi attengo alle descrizioni giornalistiche, ai filmati e alle foto, non me ne dolgo: non tanto per il relativo sforzo ginnico (ma pur sempre 24 chili) a cui sarei sottoposto, quanto per quella ridondanza di materia – di segni che devastano il significato – che trovo particolarmente ottusa e proterva. Non posso pronunciarmi sui contenuti: le foto di Mimmo Jodice, intraviste nel sito della Fondazione, e i testi “di autori coevi a Canova”, di cui nulla ci è dato di sapere; ma è possibile, infine, separare forma e contenuti? La comunicazione sembra perfettamente in grado di farlo e proprio la furia comunicativa, celebrativa e persuasiva dei giorni del G8 ha battuto la lingua sul tamburo della materialità di questo oggetto, come a magnificare un dono da re mago agli occhi di noi poveri gonzi.
Ma poi ecco quel tocco finale, classica goccia di troppo: quella scrittura gotica che s’infila lì, dove non deve, eccesso sull’eccedente, tanto incongrua quanto rivelatrice della nudità del re.

Pubblicato su SocialDesignZine il 28/07/09 http://sdz.aiap.it/notizie/11469