Posts Tagged ‘calligrafia’

Un bel segno: il calligramma

martedì, dicembre 3rd, 2013

G. Apollinaire, “Calligrammes”, 1918.

«calligramma s. m. [comp. di calli- da kalòs, bello, e -gramma, segno, disegno] (pl. -i).

– Estrosa disposizione tipografica delle parole di un testo, soprattutto di un componimento poetico, così da formare disegni decorativi o figure bizzarre. La parola è stata adoperata come titolo di una raccolta di poesie (fr. Calligrammes, 1918) di G. Apollinaire»
Così il Vocabolario Italiano Treccani. Da notare che delle 86 poesie di cui si compone Calligrammes 19 sono veri e propri calligrammi.

«Questo genere poetico si inserisce nel filone della poesia visiva del Novecento e insieme alle esperienze del Futurismo e del Dadaismo manifesta la volontà di superare gli schemi linguistici e letterari tradizionali e sperimentare nuove forme di libera espressione» [Elvira Marinelli, in Poesia: antologia illustrata].

Liberazione del segno, liberazione della parola: un processo che aveva già avuto nell’opera di Cézanne, in pittura, e in quella di Mallarmé, in poesia, due momenti fondamentali [cfr. in Diario tipografico: “Lettere in libertà” e “Mallarmé: scrittura e forma del testo”].

In realtà la storia dei calligrammi in occidente, benché non con questo nome, inizia un paio di millenni prima. Nella Grecia ellenistica del IV-III secolo a.C. abbiamo infatti “poesie figurate” che verranno poi chiamate technopaègnia da Ausonio.
Fra le prime di quel periodo vi sono l’ascia e le ali composte da Simìas (o Simmia) di Rodi e la siringa (flauto di Pan) di Teocrito, uno dei maggiori poeti ellenistici. Al II-I secolo a.C. risale invece l’altare composto dal poeta Dosìada di Coo; un tema in voga, poiché lo troviamo ancora nel I-II secolo della nostra èra a Roma, a opera di Lucio Vestino, bibliotecario dell’imperatore Adriano. I latini chiameranno queste composizioni carmina figurata, ed è esattamente con questo nome che conosciamo alcune opere del senatore e poeta Optaziano, del IV secolo.
La tradizione dei carmina figurata proseguirà con successo durante tutto il Medioevo. Due esempi su tutti: il Liber de laudibus Sanctae Crucis, di Rabano Mauro (VIII-IX seolo), erudito carolingio e arcivescovo di Magonza; la Croce di Venanzio Fortunato, del XII secolo.
Di fatto non si smetterà mai di comporre “poesie figurate”, naturalmente con modi e finalità diverse a seconda delle epoche. Nel Rinascimento ne abbiamo esempi nella Hypnerotomachia Poliphili (Sogno d’amore di Polifilo), di Francesco Colonna, pubblicato da Aldo Manuzio a Venezia nel 1499; o in Francia, con la Dive bouteille (Dea bottiglia) che appare nel pantagruelico Quinto libro, pubblicato postumo nel 1564.
L’epoca manierista e barocca non mancherà di avvalersi delle possibilità polisemiche ed enigmatiche offerte dai testi figurati. Cito come esempio l’opera Urania, di Baldassarre Bonifacio (Venezia, 1628).
Concludiamo questa breve rassegna storica di poesie figurate con The mouse’s tale, di Lewis Carroll, contenuto ne Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (1865).

Da un punto di vista grafico si può risolvere il calligramma in vari modi: testo che definisce una sagoma disponendosi sul contorno di essa, testo all’interno di una sagoma, testo all’esterno di una sagoma; naturalmente ogni combinazione fra le varie modalità è possibile. I calligrammi didatticamente più interessanti sono a mio avviso quelli in cui soltanto il testo si fa immagine di se stesso, definendo la rappresentazione di sé senza l’intervento di elementi “figurativi”.

Fabrizio M. Rossi

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918: “Il pleut”

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

G. Apollinaire, da “Calligrammes”, 1918.

Simmia di Rodi, “Ascia”, IV-III sec. a.C.

Simmia di Rodi, “Ali”, IV-III sec. a.C.

Teocrito, “Flauto di Pan o siringa”, IV-III sec. a.C.

Dosiada, “Altare”, II-I sec. a.C.

Vestinus, “Altare”, I-II sec. d.C.

Optaziano, “Carmina figurata”, IV sec. d.C.

Rabano Mauro, “Croce”, VIII-IX sec. d.C.

Venanzio Fortunato, “Croce”, XII sec.

Colonna, “Hypnerotomachia Poliphili”, 1499.

Rabelais, “Dive bouteille”, 1564.

Bonifacio, da “Urania”, 1628.

Carroll, “The mouse’s Tale”, da “Alice”, 1865.

Una questione di carattere

mercoledì, settembre 26th, 2012

[text] Fabrizio M. Rossi, Italy [images] Enrico Benetta, Italy

«Quale città se non Parma, con la Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano, possono ospitare una mostra interamente dedicata al grande maestro? È la casa naturale del mio lavoro artistico, il coronamento di un sogno che da anni ho nel cuore!». Così l’artista Enrico Benetta si esprime introducendo la mostra «Una questione di carattere», che verrà inaugurata a Parma sabato 28 settembre, alle 17, nella Biblioteca Palatina – Museo Bodoniano, per chiudersi il 1° dicembre.

La mostra, a cura di Andrea De Pasquale e Isabella de Stefano, è organizzata dalla Fondazione Museo Bodoniano in collaborazione con la Biblioteca Palatina e la Biblioteca Angelica di Roma, in occasione dell’edizione 2012 delle Giornate Europee del Patrimonio.

L’inaugurazione sarà arricchita dalla performance di musica e danza del quartetto d’archi Mercurio e di Nicoletta Mastroianni.

Dal comunicato stampa: «Tratto distintivo delle opere di Enrico Benetta, siano esse tele, sculture o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, che l’artista crea e reinterpreta utilizzando una particolare lega di metallo corrotta dai segni del tempo e dell’usura, il cor-ten. […] La mostra prenderà avvio dall’ingresso della Biblioteca Palatina – dove si conserva la più ricca collezione di edizioni bodoniane al mondo – con la gigantesca installazione “Arco onirico”. L’esposizione seguirà un itinerario ascensionale, dal basso verso l’alto, snodandosi lungo lo scalone del Palazzo con i “Segnali di presenza” per concludersi nel Museo Bodoniano, dove una nuvola di lettere bodoniane si staglierà e troverà forma nell’aria, sviluppandosi nel vuoto, sopra il busto di Giambattista Bodoni (“Il pensiero”). Nel Museo le creazioni di Benetta – la maggior parte delle quali sono state realizzate per l’occasione e per il Museo – saranno accostate ai volumi originali di Bodoni, stampati proprio con quel carattere che il giovane artista rende contemporaneo e vitale, nel rispetto della sua eleganza e raffinatezza, ma declinandolo secondo le modalità, complesse quanto riconoscibili, dell’arte contemporanea.»

Per informazioni:
enricobenetta.com

Biblioteca Palatina – Museo Bodoniano

Palazzo della Pilotta, Str.da alla Pilotta, 3 – 43121 Parma
tel. 0521-220449
museobodoni[at]beniculturali[dot]it

Calligrafia come impegno civile

domenica, aprile 1st, 2012

Pubblicato il 31/03/12 su AiapZine. [text] Fabrizio M. Rossi, Italy [images] Associazione Dal segno alla scrittura, Italy

La forma della scrittura, insieme ai contenuti che essa esprime, può essere un mezzo per impegnarsi su temi di civiltà che riguardano ogni cittadino. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una segnalazione dall’associazione “Dal segno alla scrittura” a proposito di un’iniziativa sull’articolo 11 della Costituzione italiana che vede coinvolti il gruppo territoriale torinese di Emergency, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Torino e l’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea.

«Sabato 31 marzo p.v. alle ore 15,30 c/o il Museo della Resistenza di Torino in C.so Valdocco, 4/A, con l’A.N.P.I. Torino ed il Gruppo territoriale di Torino Emergency nell’ambito del concorso Adotta un articolo della Costituzione, verranno esposti i rotoli di carta vergati a mano dai soci della nostra associazione in occasione del Salone del Libro 2011 e contenenti gli articoli della Costituzione italiana compreso l’importantissimo art. 11, vero “leitmotiv” della giornata: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Saranno presenti per l’associazione Dal segno alla scrittura Piero De Macchi, Giovanna Frova, Delia Senes e Lucia Rutigliano.»

Per informazioni:
segnoscrittura.com

Alfabeti greci, scrittura contemporanea

mercoledì, febbraio 22nd, 2012

Pubblicato il 22/02/12 su AiapZine. [text] Fabrizio M. Rossi, Italy / [images] Massimo Polello, Italy

Nel panorama delle iniziative dedicate in Italia alla calligrafia segnaliamo il corso residenziale «Beautiful greek alphabets», a cura di Massimo Polello, che si svolgerà a Podernuovo (Livorno) e nella biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze dal 25 al 30 aprile 2012. Il corso – che non richiede conoscenze calligrafiche di partenza ed è limitato a 12 partecipanti – si propone di sperimentare le possibilità espressive della calligrafia contemporanea a partire da alcuni manoscritti greci conservati nella biblioteca fiorentina. Da qui i partecipanti saranno messi in condizione di sviluppare un proprio alfabeto latino, attuale ed espressivo, che tragga origine dal dinamismo della scrittura storica di partenza; il lavoro realizzato da ciascuno, infine, verrà assemblato e legato per formare un libro.

Prima su riproduzioni, poi direttamente sui manoscritti originali, i partecipanti verranno guidati ad apprezzare le antiche lettere greche e i loro ritmi, le legature, le spaziature, la qualità e i colori dell’inchiostro.

La sessione di lavoro prevista nella Biblioteca Laurenziana permetterà di apprezzare questo importante complesso architettonico progettato e in parte realizzato da Michelangelo fra il 1519 e il 1534 per il cardinale Giulio de’ Medici (il futuro papa Clemente VII).
La Laurenziana (nome che le deriva dalla sua collocazione nel complesso di San Lorenzo), aperta al pubblico nel 1571 per volontà di Cosimo I, possiede un fondo di manoscritti impressionante per qualità e quantità (circa 11mila) che riflette con esattezza il clima culturale dell’Umanesimo e del Rinascimento toscano. Vi sono presenti nomi celebri – sia come autori o copisti sia come possessori – quali Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola. Innumerevoli i codici fondamentali per unicità e antichità lì conservati: Eschilo, Sofocle, Plinio, Virgilio, Tacito, Quintiliano, insieme al più antico testimone del Corpus Juris di Giustiniano, a una delle tre raccolte complete dei Dialoghi di Platone, al Codice Squarcialupi (fonte primaria della musica profana fra Trecento e Quattrocento)…

Ognuno dei numerosi fondi di manoscritti racconta una storia; basti pensare alla Collezione Orientale Palatina, voluta dal cardinale Ferdinando de’ Medici (granduca di Toscana dal 1587) a seguito della fondazione da parte sua a Roma, nel 1584, della Stamperia Orientale Medicea, il cui scopo era quello di sviluppare un’attività editoriale a sostegno della predicazione del cattolicesimo nel Vicino Oriente.
Il fondo dei manoscritti greci, infine, ci riporta al ruolo svolto da Firenze negli anni precedenti e successivi la caduta di Costantinopoli per mano dei turchi e la conseguente «disseminazione» della cultura greca verso occidente.


Per informazioni:

polello[at]lacalligrafia[dot]com

Biblioteca medicea laurenziana