Archive for maggio, 2009

Sumi-e a Roma

venerdì, maggio 15th, 2009

L’Istituto Giapponese di Cultura inaugura martedì 19 maggio, alle 18,30, la mostra “Sumi-e a Roma”. Nel 1975 la pittrice giapponese Ikuyo Toba Chiba apriva a Roma uno studio per la pratica della pittura tradizionale giapponese Sumi-e. Da allora lo studio ha contribuito a diffondere questa disciplina artistica nella Capitale. Oggi alcuni degli ex-allievi di Ikuyo Toba Chiba tributano un omaggio alla loro Maestra con questa mostra collettiva, aperta fino al 26 giugno.

Opinioni sulla ricostruzione a L’Aquila

domenica, maggio 10th, 2009

Ecco alcuni indirizzi per leggere opinioni diverse sulle responsabilità e sulla ricostruzione dopo il terremoto:

http://www.repubblica.it/2006/a/rubriche/piccolaitalia/terremoto/terremoto.html

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=56831

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-5/saviano/saviano.html

Le città del silenzio

martedì, maggio 5th, 2009

di Fabrizio M. Rossi

Domenica, 3 di maggio, una mattina fredda tra lame di sole e pioggia insistente, a L’Aquila. A quasi un mese dalla grande scossa del 6 di aprile, i quartieri storici sono presidiati ad ogni ingresso, come sin dai primi giorni. Si può entrare, ma solo scortati dai Vigili del fuoco e per ragioni documentate, dopo essersi iscritti in una lista d’attesa. I Vigili non bastano per numero, e i loro turni sono duri; cosí si entra pochissimi per volta, e con grande cautela. La città vecchia è come sigillata e continua a rovinare per le continue scosse: già due, oggi, e siamo solo alle 11 del mattino.

Entriamo per porta Bazzano, quella che guarda verso sud-est dalle mura federiciane: verso la basilica di Collemaggio, ormai aperta al cielo, esattamente all’altezza del transetto; aperta come tante altre chiese, molto piú piccole e del tutto ignote, ma non meno stupefatte.

Dopo aver passato il posto di blocco degli Alpini è una sorpresa vedere, all’inizio della costa che sale su verso la piazza del mercato, le prime case ancora in piedi e, almeno in apparenza, in buone condizioni.


La sorpresa dura poco: da vicino, quasi ogni edificio rivela ferite profonde e malevole. A mano a mano che risaliamo via Fortebraccio, verso la grande scalinata di San Bernardino, la realtà si rivela. Muri rovinati a terra, lesioni sulle facciate, tetti sfondati, altane piegate verso il basso; e tegole, pietre e vetri in terra, confusi con oggetti di tutti i giorni, irriconoscibili, e accantonati tutti al lato della via in un primo, sommario sgombero per far passare i mezzi di soccorso.

Silenzio. Freddo, pioggia, sole e di nuovo pioggia. Silenzio, sopra ogni cosa.

Siamo solo noi ad aggirarci per queste strade, oggi che è domenica e la gente cerca di scappare via dal freddo e dal fango delle tende intorno a L’Aquila.

Già, perché sembra che la ‘qualità della vita’ non sia un granché, nelle tendopoli. Da quel che ho sperimentato non è esattamente come ‘essere in campeggio’, come ha avuto modo di dire invece un Grande Comunicatore. Delle due l’una: o ci prende per i fondelli, oppure ha frequentato campeggi scadenti.

Entrare in una di queste case non è piacevole né comodo. Guidati dai Vigili (“abbiamo paura come voi, sapete?”) scopriamo la rovina.

Un pianoforte coperto di macerie suona ancora, ma il tasto s’incanta e la nota se ne va lunga, nel silenzio.

Chi avrà la forza di ricostruire queste case come si deve, o si cederà tutto per un tozzo di pane?

Silenzio. Le mani coperte di polvere (“non si vedeva, non sapevamo dove scappare, a piedi nudi; non si respirava, e quel vento maledetto…”) usciamo in strada. Silenzio.

Il silenzio si è già steso su questa città e su decine di altri paesi toccati dal risveglio della Terra e dalle infamie dell’uomo.

Silenzio sulle case di cartapesta, sui difetti dei soccorsi, sulle promesse sfrontate dei Grandi Comunicatori, profuse a piene mani e già disattese. Guardate le prime pagine dei giornali o i titoli di testa dei notiziari televisivi: l’informazione centralizzata preferisce già la ‘grippe du porc’ (influenza porcina o bufala farmaceutica?) alle disgrazie del terremoto. Il cadavere dell’Aquila non è piú fresco, gli avvoltoi vanno altrove.

Ho un sogno: scrivere un ‘registro’ delle promesse di chi paghiamo per amministrarci. Una specie di quaderno dove, giorno per giorno, raccogliere il repertorio di dichiarazioni solenni che ci viene propinato quotidianamente dai Grandi Comunicatori, per confrontarle impietosamente con la realtà delle loro realizzazioni. Solo la realtà, umile e dura come la terra, può inchiodare come uno spillo alle loro parole gli acrobati della Comunicazione. È tempo di riflettere su tutto questo. È tempo di reagire, con tutta la civiltà di cui siamo ancora capaci.

La “Lettera per la ricostruzione” nei blog

venerdì, maggio 1st, 2009

Di seguito alcuni blog che segnalano e rinviano alla “Lettera per la ricostruzione”:

http://www.polylogue.org/plus.php?id=149_0_1_0_M

il blog di Nicolas Taffin, presidente dei Rencontres Internationales de Lure;

http://www.accademiadellearti.it/blog/?p=92

il blog dell’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma;

http://sdz.aiap.it/notizie/11132

SocialDesignZine, il blog dell’AIAP

http://www.facebook.com/note.php?note_id=67245343405

gruppo su Facebook di SocialDesignZine;

http://www.newstin.it/tag/it/116202302

“Newstin, organizza la notizia”.

“Lettre pour la reconstruction” en français – “A letter for reconstruction” in english

venerdì, maggio 1st, 2009

Foto: Fabrizio M. Rossi ©

La “Lettre pour la reconstruction” a été publiée en français sur le site de l’AIAP

http://www.aiap.it/documenti/11129/0/0/FR

“A Letter for the reconstruction” is now published in english at this address

http://www.aiap.it/documenti/11129/0/0/EN