Archive for the ‘Parole’ Category

Aforismi e citazioni 1

domenica, Dicembre 9th, 2012

Fabrizio M. Rossi [text]

Inauguriamo una rubrica (che vorremmo domenicale, ma chissà?) dedicata ad aforismi e citazioni, scelti in base alla fenomenologia del giorno, ovvero al puro arbitrio del gusto e del sentire. Vorremmo renderla differente da tante altre simili accompagnando sempre il testo a una breve bibliografia del suo autore. E poiché l’aforisma può uccidere così come guarire, ci poniamo sotto l’egida di Ippocrate di Coo, autore di una celebre raccolta di aforismi d’argomento medico.
Apriamo (con) una “scatola cinese”: un testo nel testo, tanto per non smentirci. Buona lettura e buoni pensieri.

«Joe, un giovane di Pittsburgh, un giorno mi si è presentato con una semplice richiesta: “Per favore, mi dica che prima o poi finirà tutto bene”. “Benvenuto sulla Terra, giovanotto”, gli ho risposto io. “Qui fa un caldo boia d’estate e un freddo cane d’inverno. È un pianeta rotondo, umido e affollato. Bene che vada, Joe, tu hai un centinaio di anni da vivere da queste parti. E di regola io ne conosco una sola: ca***, Joe, bisogna essere buoni!”»

Kurt Vonnegut (Un uomo senza patria, 2005)
Citato in Paolo Nori: E noi?; Racconti d’autore, Il Sole 24 ore, 2012.

Di Paolo Nori:
Le cose non sono le cose (1999);
Bassotuba che non c’è (1999);
Grandi ustionati (2001);
Si chiama Francesca, questo romanzo (2002);
Gli scarti (2003);
Noi la farem vendetta (2006);
La vergogna delle scarpe nuove (2007);
I malcontenti (2010);
A Bologna le bici erano come i cani (2010).
Ha tradotto, fra i numerosi altri, Le anime morte di Gogol’, Padri e figli di Turgenev e Memorie del sottosuolo di Dostoevskij.

In memoriam Wislawa Szymborska

domenica, Febbraio 5th, 2012

Il primo febbraio 2012 è morta Wislawa Szymborska.
In sua memoria:
– il suo elogio di «due piccole paroline: non so» (discorso per il conferimento del Premio Nobel per la letteratura, Il poeta e il mondo, 1996);
– il suo «osservare bene» le parole: «In fin dei conti si tratta delle stesse parole che giacciono morte nei dizionari o vivono una vita incolore nella lingua comune. Com’è che nella poesia brillano a festa come se fossero completamente nuove e appena inventate dal poeta?»;
– il suo elogio del modus: «A prescindere da quanto si è vissuto / il curriculum dovrebbe essere breve» (Scrivere il curriculum, 1986);
– la sua visione del satis: «La vita, per quanto lunga, sarà sempre troppo breve. / Troppo breve per aggiungere qualcosa» (La vita breve dei nostri antenati, 1986).
Fabrizio M. Rossi

Per saperne di piú:
Francesco M. Cataluccio: Una poetessa cartesiana; Il Sole 24 Ore, domenica 5 febbraio 2012, p. 34.